Sunday, November 1, 2009

Ancora su Madonna e Satana (II)

Riprendiamo e commentiamo il precedente “Dietro la Madonna, Satana”. Si tratta di una riflessione importantissima per la nostra epoca.

Anzitutto una cornice: non stupisce che dietro le più elevate manifestazioni spirituali si debba attuare un discernimento tra spiriti buoni e spiriti maligni. La cosa era chiara per tutto il medioevo e fino all’età moderna (penso al grande operato di discernimento dei carismi messo in atto dai rifondatori carmelitani).

Il punto allora è sapersi destreggiare in campo. A noi è stato forse insegnato? Assolutamente no.

L’epoca che ci ha preceduto, appunto, è quella di convertiti boriosi, assetati di effetti speciali ed emozioni spirituali, aspiranti suicidi (i Maritain), o perversi sessuali (Bloy), che solo col tempo si sono allineati. Noi da allora li abbiamo eletti e propagandati acriticamente a modello spirituale per eccellenza, sintomo di rinascita dello spirito contro il materialismo e i totalitarismi.

Mah, visto i precedenti, forse erano meglio le scimmie di Darwin. 

Il novecente intero ha poi cavalcato due linee:

Da un lato si è data ulteriore voce a questi visionari neo-millenaristi e gioachimiti. Su tutti ricorderemo Bloch E. Anche lui – per es. ne Lo Spirito dell’Utopia – identifica il Paraclito con Lucifero, e lo invoca a tesimone dell’apocalisse dei tempi. Curiosamente anche Bloch, come i parigini (vedi post segnalato sopra), parte da una ricerca sensibilissma sul Male. Celebre il suo motto in un’assemblea: si alzò, sbottò “qui non si prende sul serio il male” e se ne andò. Lui che il Male lo prendeva sul serio, al punto da elevarlo a giudice supremo dei Tempi.

Ho ancora sentito un predicatore citare la massima durante qualche muta di esercizi spirituali. Tutto bello e colto, il predicatore. Ignaro dei filatteri demonologici del prelodato. Coglione. Il predicatore.

Dall’altro lato si è dissanguata la metafisica. Per cui si è smarrito il senso oggettivo del problema del Male (“perchè Dio non è mica un oggetto”) e si è assorbito l’insegnamento dei precedenti (non solo Bloy ma anche Bloch e simili). Ne viene una stolida incapacità a considerare la drammaticità della situazione, un’ingenuo entusiasmo nel “concepire” il “non-essere in Dio”, e una debolezza atterrente nell’affrontare il discernimento degli spiriti. Fino agli esiti tanto nobili quanto deleteri (paradosso: conclusioni antistoriche per i fautori della storicità dello spirito) della vonbalthasariana affermazione di un inferno vuoto, per limitarci al meno peggio.

Se a questo si agigunge che le apparizioni della Madonna sono bell’e aumentate da La Salette in poi (si pensi a Garabandal, Fatima, Montichiari, Medjugorie), che in esse il discorso escatologico è stato amplificato, che i tempi sempre più stringono e che dobbiamo fare i conti con un catèchon ahinoi vacillante: beh, si capisce quanto siamo impreparati alla sfida.

(continua…)

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